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Dpcm Piattaforme, serve tutelare il modello organizzativo del settore taxi

DATA
03.06.2024
Le ultime bozze dei Dpcm hanno introdotto cambiamenti inattesi che potrebbero minare l’integrità delle attività dei tassisti e delle cooperative a cui aderiscono.

Salvaguardare l’integrità del trasporto pubblico, rispettare la specificità costituzionalmente riconosciuta della forma cooperativa, valorizzare l’artigianato. 

Queste le parole d’ordine delle associazioni di rappresentanza dei tassisti della cooperazione e dell’artigianato.

Le ultime bozze dei Dpcm hanno introdotto cambiamenti inattesi che potrebbero minare l’integrità delle attività dei tassisti e delle cooperative a cui aderiscono. 

Durante l’incontro del 7 marzo scorso il Governo ha proposto un testo che ha suscitato l’apprezzamento delle sigle di rappresentanza del settore. Tuttavia l’ultima bozza, presentata nell’incontro tenuto il 3 aprile, prevede una serie di incongruenze che - a nostro avviso - non tengono conto delle specificità degli organismi economici che svolgono attività di trasporto in modalità aggregata, legittimati a operare conformemente alla normativa esistente, rispetto alle piattaforme tecnologiche di mera intermediazione che ancora non sono regolamentate nel nostro Paese. 

Queste incongruenze generano un approccio parziale che svilisce i valori della cooperazione e i fondamenti del servizio pubblico di interesse generale. 

Chiediamo pertanto ai ministeri competenti di rivedere e correggere questa impostazione regolando l’attività di intermediazione delle piattaforme tecnologiche - come accade in altri settori - per evitare distorsioni di mercato e garantire equità nel settore del trasporto pubblico, assicurando nel contempo la tutela della distintività costituzionalmente riconosciuta della forma cooperativa e artigiana. 

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